Comunicato Stampa
In riferimento ad alcune
osservazioni della dottoressa Marinelli riportate nei giorni scorsi da ANSA e Vatican
News, è indispensabile chiarire i seguenti punti:
Luigi
Garlaschelli è stato ricercatore supplente presso il Politecnico di
Milano, borsista presso l'Università di Madison (Wisconsin, USA),
ricercatore presso la soc. Montedison, ricercatore presso il
Dipartimento di Chimica dell'Università di Pavia, professore a contratto
presso l'Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano e professore
aggregato presso l'Università di Pavia. E' attualmente in pensione, e
dal 1992 ad oggi è socio CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle
Affermazioni delle Pseudoscienze).
Matteo Borrini,
dottore di ricerca in Antropologia, è antropologo forense e professore
associato (Principal lecturer) di antropologia forense alla Liverpool
John Moores University. Fellow dell’American Academy of Forensic
Sciences, è esperto di Bloodstain Pattern Analysis (formato presso RIS
di Parma nel 2008). È di fede cattolica, ha insegnato presso la
Pontificia Università San Bonaventura e al corso per esorcisti
dell’Ateneo Regina Apostolorum; ha inoltre conseguito nel 2015 il
diploma in studi sindonici presso il medesimo ateneo Regina Apostolorum
È
importante aver sottolineato le affiliazioni e anche l’orientamento
degli autori della recente ricerca per sottolineare come essa sia frutto
di due scienziati con differente retroterra culturale e Religioso. Si
tratta infatti di un non credente (Luigi Garlaschelli) ed un cattolico
(Matteo Borrini); questa bilanciata composizione rende la ricerca priva
di qualsiasi pregiudizio religioso, come anche auspicato dal Vescovo di
Torino S.E.R. Mons. Nosiglia.
Un precedente lavoro di Luigi
Garlaschelli, "Life-size Reproduction of the Shroud of Turin and its
Image" [Journal of Imaging Science and Technology, Volume 54, Number 4,
July 2010, pp. 40301-1-40301-14(14)] venne finanziato da fondi offerti
dal CICAP, dall'UAAR e da vari privati. Al contrario, la recente ricerca
"A BPA Approach to the Shroud of Turin" pubblicata con il Professor
Borrini sul Journal of Forensic Science (10 luglio 2018) non ha ricevuto
alcun finanziamento, nè pubblico nè privato.
Una frase che
viene attribuita al dottor Garlaschelli («Il denaro non ha odore. Quello
che è stato fatto è stato fatto scientificamente. Se la Chiesa
(cattolica) vorrà in futuro finanziarmi, sono il suo uomo») - e che
deriva dalla trascrizione italiana di un comunicato in inglese della
Reuters dopo una intervista telefonica in inglese - viene volutamente e
maliziosamente fraintesa.
Luigi Garlaschelli respinge con disgusto la
ricorrente insinuazione - più volte espressa su social media e organi di
stampa nazionali - che egli possa prostituire la propria integrità
scientifica a seconda della provenienza di eventuali finanziamenti.
Ribadisce peraltro che finanziamenti su ricerche sono benvenuti da
qualunque fonte. Ma che i risultati saranno sempre e solo quelli dettati
dai fatti, non da preconcetti ideologici.
La dottoressa
Marinelli, laureata in Scienze Naturali ed in Geologia, ha insegnato
geografia in Istituti di scuola superiore. Pertanto, pur riconoscendo il
suo pluriennale contributo agli studi della Sidone, ella non è in
possesso di titoli e\o conoscenze che le permettano di giudicare nè
tantomeno liquidare lo studio del Professor Borrini e del dottor
Garlaschelli. Tale studio infatti è di natura forense ed è stato condotto
con le rigorose tecniche della Bloodstain Pattern Analysis, nelle quali
il ricorso non solo a volontari umani ma anche a manichini in plastica è
prassi.
Similmente, risulta essere prassi che tali lavori, prima di
essere pubblicati su riviste del calibro del Journal of Forensic
Sciences, siano sottoposti al vaglio di colleghi con la presentazione in
più congressi, così come è stato fatto dagli autori Borrini e
Garlaschelli. Dopo tali incontri, il lavoro viene redatto ed inviato
all’editor che individua dei referee esperti nel settore; essi
commentano la bozza che deve essere revisionata dagli autori in base a
tali annotazioni. Solo a quel punto l’opera può vedere la luce come un
contributo scientifico riconosciuto. Questo spiega anche le tempistiche
della recente pubblicazione.
A chiarimento dell’uso delle
fotografie per lo studio di Borrini e Garlaschelli, si fa notare che le
immagini usate (come indicato in bibliografia nell’articolo) sono quelle
più recenti e ad alta risoluzione pubblicate da Zaccone (Le due facce
della Sindone, Opera Diocesana Buona Stampa). Tuttavia, per esigenze di
copyright, l’immagine divulgativa usata per presentare la Sidone ai
lettori del JFS è quella più datata e scaricabile online. Essa comunque
non non è mai stata usata per le ricerche in questione.