mercoledì 18 luglio 2018

"A BPA Approach to the Shroud of Turin". Alcune precisazioni


Comunicato Stampa

In riferimento ad alcune osservazioni della dottoressa Marinelli riportate nei giorni scorsi  da ANSA e Vatican News, è indispensabile chiarire i seguenti punti:


Luigi Garlaschelli è stato ricercatore supplente presso il Politecnico di Milano, borsista presso l'Università di Madison (Wisconsin, USA), ricercatore presso la soc. Montedison, ricercatore presso il Dipartimento di Chimica dell'Università di Pavia, professore a contratto presso l'Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano e professore aggregato presso l'Università di Pavia. E' attualmente in pensione, e dal 1992 ad oggi è socio CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni delle Pseudoscienze).


Matteo Borrini, dottore di ricerca in Antropologia, è antropologo forense e professore associato (Principal lecturer) di antropologia forense alla Liverpool John Moores University. Fellow dell’American Academy of Forensic Sciences, è esperto di Bloodstain Pattern Analysis (formato presso RIS di Parma nel 2008).  È di fede cattolica, ha insegnato presso la Pontificia Università San Bonaventura e al corso per esorcisti dell’Ateneo Regina Apostolorum; ha inoltre conseguito nel 2015 il diploma in studi sindonici presso il medesimo ateneo Regina Apostolorum

È importante aver sottolineato le affiliazioni e anche l’orientamento degli autori della recente ricerca per sottolineare come essa sia frutto di due scienziati con differente retroterra culturale e Religioso. Si tratta infatti di un non credente (Luigi Garlaschelli) ed un cattolico (Matteo Borrini); questa bilanciata composizione rende la ricerca priva di qualsiasi pregiudizio religioso, come anche auspicato dal Vescovo di Torino S.E.R. Mons. Nosiglia.

Un precedente lavoro di Luigi Garlaschelli, "Life-size Reproduction of the Shroud of Turin and its Image" [Journal of Imaging Science and Technology, Volume 54, Number 4, July 2010, pp. 40301-1-40301-14(14)] venne finanziato da fondi offerti dal CICAP, dall'UAAR e da vari privati. Al contrario, la recente ricerca "A BPA Approach to the Shroud of Turin" pubblicata con il Professor Borrini sul Journal of Forensic Science (10 luglio 2018) non ha ricevuto alcun finanziamento, nè pubblico nè privato.

Una frase che viene attribuita al dottor Garlaschelli («Il denaro non ha odore. Quello che è stato fatto è stato fatto scientificamente. Se la Chiesa (cattolica) vorrà in futuro finanziarmi, sono il suo uomo») - e che deriva dalla trascrizione italiana di un comunicato in inglese della Reuters dopo una intervista telefonica in inglese - viene volutamente e maliziosamente fraintesa.
Luigi Garlaschelli respinge con disgusto la ricorrente insinuazione - più volte espressa su social media e organi di stampa nazionali - che egli possa prostituire la propria integrità scientifica a seconda della provenienza di eventuali finanziamenti. Ribadisce peraltro che finanziamenti su ricerche sono benvenuti da qualunque fonte. Ma che i risultati saranno sempre e solo quelli dettati dai fatti, non da preconcetti ideologici.

La dottoressa Marinelli, laureata in Scienze Naturali ed in Geologia, ha insegnato geografia in Istituti di scuola superiore. Pertanto, pur riconoscendo il suo pluriennale contributo agli studi della Sidone, ella non è in possesso di titoli e\o conoscenze che le permettano di giudicare nè tantomeno liquidare lo studio del Professor Borrini e del dottor Garlaschelli. Tale studio infatti è di natura forense ed è stato condotto con le rigorose tecniche della Bloodstain Pattern Analysis, nelle quali il ricorso non solo a volontari umani ma anche a manichini in plastica è prassi.
Similmente, risulta essere prassi che tali lavori, prima di essere pubblicati su riviste del calibro del Journal of Forensic Sciences, siano sottoposti al vaglio di colleghi con la presentazione in più congressi, così come è stato fatto dagli autori Borrini e Garlaschelli. Dopo tali incontri, il lavoro viene redatto ed inviato all’editor che individua dei referee esperti nel settore; essi commentano la bozza che deve essere revisionata dagli autori in base a tali annotazioni. Solo a quel punto l’opera può vedere la luce come un contributo scientifico riconosciuto. Questo spiega anche le tempistiche della recente pubblicazione. 

A chiarimento dell’uso delle fotografie per lo studio di Borrini e Garlaschelli, si fa notare che le immagini usate (come indicato in bibliografia nell’articolo) sono quelle più recenti e ad alta risoluzione pubblicate da Zaccone (Le due facce della Sindone, Opera Diocesana Buona Stampa). Tuttavia, per esigenze di copyright, l’immagine divulgativa usata per presentare la Sidone ai lettori del JFS è quella più datata e scaricabile online. Essa comunque non non è mai stata usata per le ricerche in questione.