9 marzo. Viaggio a Roma per registrare una puntata de "Il senso della vita" ed esperienza vagamente surreale.
Paolo Bonolis introduce Mario Tozzi che parla di miracoli in 9 minuti, mentre io in un altro angolo (fingo di) riprodurre il miracolo di S. Gennaro.
Il tutto ha comportato: sveglia alle 5:00. Freccia Rossa da Milano a Roma (tutti i passeggeri avevano almeno un telefonino e/o un PC davanti); entrata agli Studios; (segretaria di prod: "Firmi qua, e qua, e qua. E qua". Costumista: "Le stiro il camice". Truccatrice: "Un chimico puo' essere un po' spettinato. Pero' le nascondo le occhiaie." Pasto luculliano servito in camerino col mio nome sulla porta. Prove di trasmissione ("Ma in 5 minuti non posso ripetere il procedimento, ci vogliono 2 giorni...". Autori: "Finga Garlaschelli, finga") .
Lo studio sembrava un Luna Park americano.
Otto minuti di un onesto discorsetto di Tozzi con me a lato; poco, ma almeno non era "Mistero".
Alla fine, ritorno a Milano sempre in Freccia Rossa a tarda notte (con sudamericani ubriachi nel Metro)
Ho perso un chilo e mezzo e mi sono venduto a Mediaset (quando arriveranno i rimborsi spese).
E' questo il senso della mia vita?
1 commento:
Dì la verità... avresti preferito che sulla porta ci fosse la stella delle Star col tuo nome! (come abbiamo fatto per i prestigiatori al convegno di abano..)
Allora sì che tutto avrebbe avuto un senso!!!
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