martedì 28 maggio 2019

Intervista in Esperanto


Sono stato intervistato dalla rivista L'esperanto, per la quale ho accettato di scrivere una piccola rubrica di curiosità scientifiche.

Sotto trovate la traduzione.
Però se siete curiosi di conoscere questa deliziosa utopia, potete prelevare la mia "Piccola grammatica Gratuita di Esperanto" 





INTERVISTA A LUIGI GARLASCHELLI

Esistono persone la cui vita è interamente piena di attività divertenti e intelligenti (contemporaneamente: sì, è possibile!) ma le si incontra per caso, e poi dispiace di non averle conosciute prima.
Una di queste è senza dubbio Luigi Garlaschelli, fondatore della Associazione Esperantista di Pavia.


 D. Luigi Garlaschelli: chimico, professore, esperantista, divulgatore, scrittore… c’è qualcos’altro che vorresti fare???

Moltissime cose, ma credo di non avere più abbastanza tempo libero per farle. Ultimamente sono anche diventato traduttore di polizieschi americani, e sono impegnato con eventi "Steampunk". (Che diavolo è lo Steampunk? E' un movimento artistico e letterario che si ispira alla fantascienza dell'Ottocento. Io interpreto il personaggio del Professor Alchemist, uno scienziato bizzarro, che parla con accento tedesco, costruisce strane macchine e fa esperimenti strani).
E poi ho scritto un libro sulla magia chimica, e faccio pure conferenze ai prestigiatori per spiegar loro come usare la chimica per effetti "magici". Per fortuna che sono in pensione!

D. Come sei riuscito a combinare tutte le tue attività senza esserne sommerso?

 Infatti non ci riesco, e sono sommerso! Il segreto - e il limite - è di sapere fare un po' di tutto, ma sempre un po' da dilettante.
Nonostante questo, quando cambio casa ho una gran quantità di libri, oggetti, attrezzi e cianfrusaglie varie che devo portarmi dietro. Recentemente, ho dovuto affittare un box...


D. Racconta di quando l’esperanto ti è servito in una delle tue altre attività.

 L'esperanto è una cosa che ho scoperto quasi per caso e mi ha affascinato per la sua deliziosa utopia (utopia che peraltro considero molto razionale). Ho preso la Unua Grado, poi ho scritto una piccola grammatica, prelevabile gratis da Amazon come ebook (e ne prelevano moltissime copie!).
E poi, faccio parlare in esperanto - col proprio gatto- Fulvio Fùlleri, il protagonista del mio giallo "Corpi di pietra".
Dimenticavo di dire che mi sono messo a stampare banconote in stile Steampunk, con ritratti di Jules Verne e Nikolas Tesla. Esistono banconote da kvindek steam e da cent steam, l'unità monetaria, e sono emesse dalla Steampunk Respublico!

D. Descrivi il tuo modo di fare divulgazione.

Quando faccio qualcosa di interessante di solito poi la racconto durante conferenze, nelle scuole o altrove. Uso un linguaggio semplice e comprensibile a tutti, e utilizzo molto il proiettore, perché un'immagine vale mille parole e tiene desta l'attenzione. Spesso eseguo anche dimostrazioni dal vivo. Io mi diverto a fare quello che faccio, e cerco di fare capire al pubblico che la scienza può essere divertente, e che in ogni caso il piacere dell'indagine e della scoperta vale mille volte l'accettazione acritica di una credenza.
Poi se riesco scrivo libri sugli argomenti dei quali ho più cose da raccontare. Siamo a dodici titoli, dai vampiri ai fachiri, dai miracoli alla magia chimica. L'ultimo, scritto con la mia compagna Alessandra Carrer, si chiama - guarda caso - "Scienziati Pazzi". 

D. Parliamo del CICAP. Andare controcorrente è più faticoso o più gratificante?

Il CICAP è un comitato fondato più di venti anni fa da Piero Angela, che si occupa di misteri (o presunti tali), e pseudoscienza, con lo scopo di essere un punto di riferimento serio e credibile per tutti coloro che sono curiosi di sapere veramente come stanno le cose. Una divulgazione scientifica seria, che contrasti la marea di notizia errate che ci propinano i media.
Più faticoso o gratificante? Gratificante per chi vuole conoscere la verità. Faticoso di sicuro, perché a raccontare panzane ci vuole un attimo, ma a "smontarle" serve molta fatica. Aggiungerei che il lavoro del CICAP è anche frustrante, perché sembra non cambiare le cose. Ma se il CICAP non esistesse, non ci sarebbe nemmeno un punto di riferimento serio. Per dirla con le parole del grande divulgatore Carl Sagan, "è meglio accendere una candela che maledire il buio".
Aggiungo che "abbiamo visto cose che voi umani non potete immaginare"; e che ci divertiamo moltissimo!

D. Scienza in esperanto: un’utopia o un sogno realizzabile?

Ah, domanda troppo difficile. A me basterebbe che quando si compera un frullatore, oltre alle istruzioni nelle 24 lingue dell'Unione Europea, ci fosse anche l'esperanto!









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