domenica 24 dicembre 2017

"Scienziati Pazzi". Una nuova recensione


Una simpatica e positiva recensione di "Scienziati Pazzi" (Carocci ed.)
di Luigi Garlaschelli e Alessandra Carrer:


http://www.doppiozero.com/rubriche/…/201712/scienziati-pazzi


Scienziati pazzi

C’è un passo nel secondo libro del De divinatione in cui Cicerone scrive nihil tam absurde dici potest quod non dicatur ab aliquo philosophorum, ossia non esiste niente di così assurdo che non sia stato detto da un filosofo. È una frase che mi è venuta in mente leggendo questo gustoso Scienziati pazzi di Luigi Garlaschelli e Alessandra Carrer, una carrellata mozzafiato che passa in rassegna “un numero sterminato di esperimenti davvero folli, divertenti e incredibili” lunga centottantatré pagine.
La figura dello scienziato pazzo, il maniaco perennemente chiuso nel suo laboratorio, tra macchinari misteriosi e sinistri, con la chioma scarmigliata e gli occhi allucinati, non è solo un personaggio da film, ma gode di esistenza reale. Forse oggi nell’immaginario collettivo la sua figura è andata sbiadendo, sostituita da quella del nerd e da quella del geek, quest’ultimo più specializzato nel settore informatico.
Ma dietro questa immagine inquietante, cinematografica e reale, se ne profila un’altra, mitologica, quella di Prometeo, il titano che rubò a Zeus il fuoco. E infatti a pagina 30 è rievocata l’opera di Mary Shelley, Frankenstein, o il moderno Prometeo, dove lo scienziato Victor Frankenstein, assemblatore, com’è noto, di parti di cadaveri per ridare loro vita, assurge un po’ a capostipite del tipo umano dello scienziato-pazzo. Non diversamente, a pagina 105, è di nuovo chiamato in causa il personaggio mitico, nel capitolo dove vengono descritti cent’anni di esperimenti sul cervello, al fine di creare “zombie ubbidienti, robot umani, marionette pronte ai voleri” altrui.
Se c’è una differenza tra le varie reincarnazioni della figura indagata dai due studiosi, forse è ravvisabile in questo: lo scienziato-pazzo dell’Ottocento ha più a che fare con i corpi, quello novecentesco con le menti o con i cervelli.
Due o tre secoli fa ci si misurava con la pietrificazione dei corpi morti, come nel caso del celebre principe di Sansevero o di Girolamo Segato o di Paolo Gorini, che, tra gli altri, pietrificò Giuseppe Mazzini e lo scrittore Giuseppe Rovani. Al proposito va ricordato che uno degli autori del libro, Garlaschelli, ha utilizzato i metodi goriniani per portare a effetto con successo la pietrificazione di un pollo, di una testa di maiale e di un coniglio, ora esposti al Museo di Lodi.
Parallelamente si tentava di resuscitare cadaveri, mediante le meraviglie della nascente elettricità, come fecero Giovanni Aldini o Andrew Ure. Alla bisogna si utilizzavano cadaveri freschi di giustiziati.
Anche Robert E. Cornish, autore tra l’altro dell’utile invenzione degli occhiali per leggere sott’acqua, si dilettava ad asfissiare cani fox terrier per poi rianimarli tramite una speciale altalena e iniezioni di stimolanti.
Viceversa il dottor Barbet, per risolvere i problemi posti dalla Sacra Sindone, crocifiggeva cadaveri.
Esperimenti di crocifissione, molto più recenti, tra 1998 e 2005, sono stati condotti anche dal medico legale Frederick Zugibe, della Contea di New Yorck, il quale voleva verificare quelli condotti a suo tempo da Barbet.
Nell’Unione Sovietica, alla ricerca dell’Uomo Nuovo Socialista, si conducevano invece esperimenti con le scimmie.
Lo scienziato Ivanov prima tentò la via del ringiovanimento ormonale, tramite trapianto di testicoli di scimmia in anziani pazienti umani. Poi cercò volontarie che si prestassero a farsi fecondare da Tarzan, un orango maschio selezionato allo scopo. Ne trovò anche parecchie, ma purtroppo Tarzan morì, nel 1929, e non se ne fece nulla.
Anche una coppia di ricercatori americani cercò, nel 1931, di umanizzare una femmina di scimpanzé di nome Gua. La crescevano insieme al loro figlioletto, Donald. Smisero quando si accorsero che era il piccolo umano ad avvicinarsi sempre più al modello animale, dato che emetteva versi prettamente scimmieschi.
Un capitolo, anche fonicamente, irresistibile è il terzo, dall’eloquente titolo Teste, testicoli e test sull’anima, dove si passano in rassegna esperimenti sulle teste, nell’epoca della ghigliottina, sui testicoli (quelli di Voronoff) e le celeberrime ricerche degli scienziati del sesso Masters e Johnson. 
Suscitano meno ilarità due esperimenti, anch’essi molto noti, condotti rispettivamente nel 1961 e nel 1971.
Qui siamo nell’ambito della psicologia sociale. Si tratta dei casi di Milgram e di Zimbardo.
Nel primo si vede come persone normali possano essere capaci di uccidere uno sconosciuto tramite somministrazione di scosse a voltaggio sempre più elevato, purché a ordinarglielo sia una persona in camice bianco.
Nel secondo (Stanford Prison Experiment) si ha modo di verificare il cosiddetto “effetto Lucifero”, dal nome dell’angelo del Signore che si trasformò in Satana. L’ambiente può portare a significative trasformazioni anche negli esseri umani più innocui.
Lobotomie, Elettroshock (il cui pioniere fu l’italiano Ugo Cerletti nel 1937), problemi legati alla precipitazione del calcare nelle tubazioni, il reale scopo dei fiocchi di mais Kellog e parecchio altro è quello che si può trovare poi in questo libro, molto divertente e molto ricco.

Scienziati pazzi di Luigi Garlaschelli e Alessandra Carrer, Carocci, 2017

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